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Quando iniziare l’alimentazione complementare

L’introduzione di alimenti diversi dal latte materno è una fase cruciale nella storia nutrizionale del bambino. Rappresenta, infatti, il periodo di transizione da un’alimentazione esclusivamente lattea ad una dieta contenente altri alimenti, diversi dal latte. E’ quindi una fase importante perchè l’esposizione a nuovi alimenti e sapori è un’esperienza sensoriale significativa per il lattante.

Si tratta di un momento molto delicato della crescita, nel quale si passa da un’alimentazione “dipendente” ad una “indipendente”. Il latte materno da solo diventa progressivamente insufficiente a soddisfare le richieste fisiologiche di macro e micronutrienti del bambino in crescita, soprattutto per quanto riguarda l’assunzione di energia e di proteine, l’apporto di ferro, zinco e di alcune vitamine (la vitamina K nelle prime settimane e la vitamina D possono essere supplementate).

Non esiste un’epoca precisa e uguale per tutti i lattanti in cui iniziare l’alimentazione complementare (il cosiddetto divezzamento o svezzamento): il timing corretto per l’introduzione dei primi cibi diversi dal latte dipende da numerose variabili individuali, tra cui, soprattutto, le esigenze nutrizionali, lo sviluppo neurofisiologico e anatomo-funzionale (es. le abilità del piccolo a stare seduto e poter quindi deglutire un bolo alimentare) e il contesto socioculturale.

La scelta del momento in cui iniziare l’alimentazione complementare dipende, quindi, non solo dalle diverse esigenze nutrizionali del lattante, ma anche dalla “maturità neurologica” del lattante stesso e anche del suo interesse verso alimenti differenti dal latte (Fewrell et al., 2017; EFSA, 2009).

Il momento dell’alimentazione complementare dovrebbe quindi essere individualizzato; tuttavia si cerca di identificare limiti condivisibili a livello di popolazione.

Le diverse Società scientifiche internazionali si esprimono in modo abbastanza concorde sul timing per l’inizio dell’alimentazione complementare: in linea generale, è desiderabile attendere l’età di 6 mesi per introdurre alimenti differenti dal latte materno, raccomandando così l’allattamento al seno esclusivo per i primi 6 mesi di vita. È importante comunque non introdurre alimenti del divezzamento prima dei 4 mesi compiuti o ritardarli dopo i 6 mesi. E’ altresì consigliabile iniziare a divezzare mentre si sta ancora allattando. A livello individuale, va comunque “personalizzato” il momento di introduzione di alimenti complementari valutando il contesto familiare, il rapporto mamma-bambino, le esigenze specifiche della mamma e la valutazione della crescita e delle competenze neuro-funzionali del lattante. Eventualmente, quindi, l’introduzione dell’alimentazione complementare può avvenire tra i 4 e i 6 mesi (17-26 settimane), ma mai prima del 4° mese compiuto.

L’introduzione degli alimenti del divezzamento prima dei 4 mesi può avere effetti a lungo termine con incrementato rischio di sviluppare obesità nelle epoche successive (EFSA, 2009).

 

Fonti

Complementary Feeding: A Position Paper by the European Society for Paediatric Gastroenterology, Hepatology, and Nutrition (ESPGHAN) Committee on Nutrition. J Pediatr Gastroenterol Nutr 2017;64:119-132.

 

Scientific Opinion on the appropriate age for introduction of complementary feeding of infants EFSA Panel on Dietetic Products, Nutrition and Allergies (NDA). EFSA Journal 2009; 7: 1423