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Nausea e vomito in gravidanza

Nelle prime settimane di gravidanza ne soffre almeno una donna su due. Parliamo della nausea, specie mattutina, la cosiddetta “morning sickness”. Nella metà dei casi alla nausea si associano episodi di vomito.

Poiché questo malessere mattutino è così frequente all’inizio della gravidanza, la presenza di nausea e vomito viene spesso minimizzata sia dai medici che dalle donne, e quindi non trattata. Dai medici perché, appunto, considerata quasi “normale” e dalle donne per la paura di assumere farmaci “pericolosi” per il bambino. Tuttavia, esistono farmaci e rimedi efficaci che, se assunti tempestivamente, quando i disturbi sono ancora lievi, possono evitare la progressione verso la patologia vera e propria, detta iperemesi gravidica, caratterizzata da vomito persistente, senza altra causa accertata se non la gravidanza, cui si accompagnano segni di digiuno, come la presenza di chetoni nelle urine (chetonuria) e perdita di peso, almeno del 5% rispetto al peso pre gravidico. L’iperemesi colpisce circa lo 0.3-3% di tutte le gravidanze e rappresenta la causa più frequente di ricovero in ospedale nel primo trimestre e la seconda, subito dopo il parto prematuro, nel rimanente della gravidanza. Ne sono più colpite le donne con gravidanza gemellare e quelle che ne hanno già sofferto in precedenza.

Nonostante la sua diffusione, le cause di nausea e vomito in gravidanza sono tutt’ora sconosciute. Ci sono però varie teorie.

  1. Lo stimolo ormonale: dovuto da un lato alla presenza della gonadotropina corionica, hCG, l’ormone della gravidanza, che ha il suo picco proprio quando nausea e vomito sono più frequenti; e dall’altro alla presenza di una particolare sensibilità agli estrogeni.
  2. L’adattamento evoluzionario: si tratterebbe in questo caso di un meccanismo protettivo che farebbe evitare cibi potenzialmente dannosi.
  3. La predisposizione psicologica: per tanto tempo questo è stato considerato il meccanismo principale, laddove nausea e vomito si pensava riflettessero un disagio profondo nei confronti della gravidanza.

Nessuna di queste teorie tuttavia si è rivelata conclusiva. Ci sono però dei fattori di rischio che potrebbero essere utilizzati per identificare le donne per le quali potrebbe rivelarsi utile attuare una prevenzione del disturbo. Ad esempio, soffrire di mal d’auto o mal di mare, di emicrania, aver sofferto di nausea e vomito in una gravidanza precedente sono fattori predisponenti. Anche le figlie e le sorelle di donne che hanno sofferto di iperemesi sono a rischio così come le donne il cui feto è femmina.

Cosa è possibile fare allora per prevenire nausea e vomito? Alcuni studi hanno mostrato che l’assunzione di complessi multivitaminici al momento del concepimento riduce l’insorgenza della nausea. Il meccanismo non è del tutto chiaro ma gli autori ipotizzano che il motivo sia nel miglioramento generico dello stato nutrizionale oppure nell’effetto benefico della vitamina B6 (piridossina).

Altre misure preventive da attuare in gravidanza, per evitare che i sintomi peggiorino, sono ad esempio quello di alimentarsi con piccoli e frequenti pasti; di evitare i cibi speziati, grassi ed elaborati; mangiare cibi “neutri” e secchi; di sgranocchiare dei crackers al mattino, prima ancora di alzarsi dal letto. Altre buone abitudini per alleviare la nausea sono i frequenti riposini, evitare stimoli sensoriali come odori forti, calore o umidità eccessiva, troppo rumore o luci lampeggianti.

Si può inoltre ricorrere allo zenzero, in infusi o pastiglie.

Ci fermiamo qui: se i disturbi sono tali da non risolversi in questo modo allora è necessario rivolgersi al ginecologo che valuterà per prima cosa se i disturbi dipendono effettivamente dalla gravidanza o se ci sono altre patologie sottostanti, e, successivamente, eventuali ulteriori trattamenti. Tra questi, l’associazione piridossina e doxilamina rappresenta il trattamento farmacologico di prima scelta,una terapia efficace e sicura per il feto.È inoltre importante mantenereun’adeguata idratazione, fino al ricovero nei casi più gravi, per controllare l’iperemesi ed evitarne le complicanze.