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Svezzamento, i consigli di nutripedia per una dieta sana e bilanciata

Ogni genitore lo sa, lo svezzamento è un periodo di grande avventura, qualche dubbio e innumerevoli scoperte. Verosimilmente sarà un po’ impegnativo per tutta la famiglia, ma allo stesso tempo le gratificazioni sono innegabili.

Ogni bambino segue il suo percorso, a seconda del carattere, dell’ambiente che lo circonda e dei genitori, ma senza dubbio vedere il proprio bambino per la prima volta seduto a tavola, è un momento di vita indimenticabile oltre che l’inizio di una serie di passi in avanti sempre più significativi.

Gradualmente i bambini manifestano interesse per il cibo solido, si incuriosiscono di ciò che trovano a tavola, per il cibo e per tutto quello che accompagna i pasti: questi sono alcuni dei segnali che indicano che probabilmente è pronto per il divezzamento.

Fondamentale in questa fase è proprio l’atteggiamento e la serenità dei genitori affinché il bambino sviluppi da principio un rapporto sereno ed equilibrato con il cibo.  A tal proposito, come riporta Laura del Laurentiis nel manuale “Il grande libro italiano del bambino”: “Ogni bambino sviluppa a partire dal primo anno di vita il suo rapporto con il cibo, sia grazie all’esperienza che va via via acquisendo, sia grazie alla sempre maggiore capacità di focalizzare le sensazioni legate all’atto di nutrirsi.  Mangiare ha inoltre una precisa valenza sociale, simbolica e culturale. La famiglia che la sera si ritrova intorno al tavolo è senza dubbio un riferimento importante per l’affettività del bambino e quindi è molto importante che il piccolo possa contare su questi momenti”.

Per una mamma o un papà alla prima esperienza, il divezzamento può rappresentazione una transizione accompagnata da parecchi dubbi. Noi di Periodo Fertile abbiamo affrontato in svariate occasioni questo tema nel corso degli anni e sappiamo quanto un progetto come Nutripedia – InformaTi, in collaborazione con gli esperti del RIMMI e Fondazione Istituto Danone per crescere possa essere un supporto fondamentale, anche su questa tappa dello sviluppo.

Ecco alcune informazioni interessanti che abbiamo appreso dagli esperti di Nutripedia

 

 

DIVEZZAMENTO: QUANDO ARRIVA IL MOMENTO DI INIZIARE?

 

I termini divezzamento e svezzamento sono di utilizzo molto frequente ma non sono realmente esaustivi nell’illustrare questo passaggio e possono quindi risultare fuorvianti, almeno in parte. Non si tratta di “eliminare” il latte all’improvviso, ma di introdurre alimenti diversi ovvero complementari non per sostituire il latte materno ma per arricchire progressivamente l’alimentazione del bambino.

L’introduzione dei “complementary foods” è una fase cruciale nella storia nutrizionale del bambino: rappresenta, infatti, il periodo di transizione da una alimentazione esclusivamente lattea ad una dieta contenente nuovi alimenti. Si tratta di un momento molto delicato della crescita e uno dei primi passi verso l’indipendenza.

Progressivamente il latte materno da solo diventa insufficiente a soddisfare le richieste fisiologiche di macro e micronutrienti del bambino in crescita, soprattutto per quanto riguarda l’assunzione di energia e di proteine, l’apporto di ferro, zinco e di alcune vitamine liposolubili come la vitamina A e la vitamina D.

Non esiste un momento preciso e uguale per tutti i lattanti, in cui iniziare l’alimentazione complementare: il timing corretto per l’introduzione dei primi cibi diversi dal latte dipende da numerose variabili individuali, tra cui, soprattutto, le esigenze nutrizionali, la crescita, lo sviluppo neurofisiologico e anatomo-funzionale e il contesto socioculturale. La scelta, quindi, del momento in cui iniziare l’alimentazione complementare dipende non solo dalle diverse esigenze nutrizionali del lattante ma anche dalla sua “maturità neurologica” e dal suo interesse verso alimenti differenti dal latte. Importante è rispettare sempre i tempi del bambino, senza avere fretta di anticipare le sue naturali tappe di crescita.

Sulla base delle attuali conoscenze, in linea generale, è desiderabile attendere l’età di 6 mesi per introdurre alimenti differenti dal latte materno, raccomandando l’allattamento al seno esclusivo per i primi 6 mesi di vita, in accordo con le linee guida dell’Oms. Importante comunque non introdurre alimenti complementari prima dei 4 mesi compiuti.

 

 

IL CIBO COME ESPERIENZA SENSORIALE PER IL BAMBINO

 

La bocca è un luogo ricco di stimoli e rappresenta la prima fonte di conoscenza per il lattante. I bambini, già nell’utero materno, portano le manine alla bocca e successivamente dopo la nascita, in modo spontaneo, succhiano giochi, indumenti e ogni tipo di oggetto gli capiti tra le mani. Queste esperienze sensoriali permettono al lattante di conoscere stimoli diversi e di relazionarsi con essi (fase orale); appaiono semplici, ma in realtà permettono al piccolo di avvicinarsi ai cibi di consistenza diversa che verranno inseriti nei mesi successivi, con l’alimentazione complementare:

 

6 mesi: generalmente scompare il riflesso di estrusione e il bambino acquisisce la capacità di spingere sia fuori dalla bocca che in laringe nuovi alimenti di qualità e consistenza diversa dal liquido.

8 mesi circa: in concomitanza con l’eruzione dei primi denti, inizia a sviluppare la capacità masticatoria e di schiacciare lateralmente i cibi più voluminosi. In questa fase si può cominciare a cambiare la densità della pappa e inserire puree più consistenti.

10-12: mesi la funzione alimentare progredisce e dall’abilità di morso si passa alla masticazione, prima in maniera riflessa per diventare poi sempre più evoluta fino ad arrivare a una masticazione più completa. A questa età la maggior parte dei bambini è in grado di portare il cibo alla bocca, bere da una tazza utilizzando entrambe le mani e mangiare cibo di dimensioni sempre maggiori (es. pasta piccolo formato). In questa fase è bene lasciare che il bambino utilizzi le mani per portare il cibo alla bocca acquisendo coordinazione e autostima; l’alimentazione potrà essere definita autonoma quando il bambino sarà in grado di utilizzare il cucchiaio o la forchetta in modo corretto.

Dai 12 mesi: le consistenze dei cibi si modificano sempre di più ed il bambino le esperimenta in base alla sua capacità di masticazione e deglutizione che non sono tuttavia ancora del tutto efficienti.

 

 

IL PRIMO MENU’ DEL BEBE: I CONSIGLI DI NUTRIPEDIA PER UNA DIETA BILANCIATA, VARIA E SANA

 

Con il lancio del chatbot ovvero l’APP dedicata a risolvere i dubbi di mamme e papà in merito alla nutrizione nei primi 1000 giorni, gli esperti di Nutripedia hanno potuto constatare come il divezzamento sia il tema che più li preoccupa: proprio per supportare quanto più possibile i genitori nella corretta crescita dei propri piccoli, gli esperti di Nutripedia hanno pensato di mettere a disposizione di tutti un esempio di schema settimanale dettagliato per i bimbi che si approcciano alle prime pappe. Ovviamente si tratta di un esempio di massima poiché ogni bambino ha le proprie esigenze e peculiarità, pertanto il piano alimentare va sempre visto e confrontato con il Pediatra.

 

PRIME PAPPE, PRIMI ASSAGGI 6- 12 mesi

 

La prima pappa, in genere del mezzogiorno per le prime settimane, all’inizio sarà solo una sequenza di piccolissimi assaggi: saranno utili a prendere confidenza con le nuove consistenze e naturalmente con il cucchiaino.

Fretta e insistenza sono da evitare con estrema attenzione: è necessario anzi cercare di stimolare il gusto anche attraverso diverse preparazioni, trovando quelle che possono incontrare il gradimento del bambino. Inoltre il buon esempio dei genitori insieme all’offerta ripetuta, ma mai forzata, dello stesso alimento è importante per superare le prime resistenze. Mai imporsi né spazientirsi: solo dando al bambino tutto il tempo di cui ha bisogno, inizierà a sviluppare un rapporto positivo con il cibo.

È importante non eccedere con le proteine in questa fase della crescita e soprattutto aver cura di non includere due fonti proteiche nello stesso piatto, ad esempio aggiungendo il formaggio grattugiato quando già presente una fonte proteica. Un altro suggerimento per non eccedere con le proteine è quello di evitare di introdurre troppo precocemente il latte vaccino, in quanto povero di ferro e troppo ricco di proteine.

Verso gli 8 mesi, primi dentini e nuove pappe: con l’arrivo dei primi dentini, il bambino inizia a sviluppare la capacità di schiacciare lateralmente i cibi più voluminosi: in questa fase si può cominciare a cambiare la densità della pappa e inserire puree più consistenti. Sarà un piacere per il bambino essere quotidianamente accompagnato in un piccolo viaggio di scoperta quotidiano attraverso nuovi gusti e sapori.

10-12 mesi, sperimentare a tavola: dall’abilità di morso si passa alla masticazione ed è possibile proporre cibo di dimensioni sempre maggiori (es. pasta piccolo formato). In questa fase è bene lasciare che il bambino utilizzi le mani per portare il cibo alla bocca acquisendo coordinazione e autostima, che possa giocare con il cibo avendo la possibilità di sperimentare e sporcarsi con tutta tranquillità. Molta attenzione deve essere posta alle dimensioni e al taglio degli alimenti che dovranno essere adeguati alla sua età, per evitare rischi di soffocamento da cibo e garantire al bambino esperienze gratificanti e in totale sicurezza.

Gli alimenti specifici per l’infanzia sono sottoposti a una normativa restrittiva che prevede esclusivamente ingredienti nei quali la presenza di residui e contaminanti come fitofarmaci, micotossine, metalli, ecc. é sensibilmente ridotta rispetto ai valori ammessi negli alimenti non destinati specificamente alla prima infanzia. In ogni caso, anche in questi prodotti, è opportuno valutare le caratteristiche nutrizionali riportate sull’ etichetta.

Ultimo ma non di importanza: fino ai due anni di età non va aggiunto sale né dado e vanno evitati funghi e crostacei. Una menzione particolare merita invece il miele che non deve essere introdotto prima dell’anno: può infatti causare il “botulismo infantile” una intossicazione gravissima causata dalla tossina prodotta dal batterio Clostridium Botulinum.

 

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